FISICO
(08/01/1942 - 14/03/2018)
L'orgoglio di molti può considerarsi al riparo se si considera che Hawking non ha sempre dato prova del suo straordinario ingegno. A scuola non era particolarmente brillante, anzi, era assai sfaticato e pigro, sempre pronto agli scherzi. Oggi invece, quasi ricalcando il mito del genio che vive "sotto mentite spoglie" e sboccia improvvisamente, si occupa dei grandi problemi della fisica relativistica e di meccanica quantistica. La sua intelligenza, a detta degli esperti, è di tipo particolare, fatta solo per le cose grandi e complesse. Ad ogni modo, non mancano gli episodi che già facevano intravedere qualcosa di "alieno" nel suo modo di ragionare e di affrontare i problemi.
Da ragazzo aveva pochi amici con i quali però faceva lunghe discussioni e dispute su qualsiasi argomento, dai modellini telecomandati alla religione, alla parapsicologia, alla fisica. Lo stesso Stephen ricorda: "Una delle cose di cui parlavamo era l'origine dell'universo e se ci fosse stato bisogno di un Dio per crearlo e per metterlo in movimento. Avevo sentito dire che la luce proveniente da galassie lontane è spostata verso l'estremo rosso dello spettro e che questo fatto dovesse indicare che l'universo è in espansione (uno spostamento verso l'azzurro significherebbe che esso è in contrazione). Ero sicuro che dovesse esserci qualche altra ragione per lo spostamento verso il rosso. Forse nel suo viaggio verso di noi la luce si affaticava, e quindi si spostava verso il rosso. Sembrava molto più naturale un universo essenzialmente immutabile ed eterno".
Solo dopo due anni di ricerche per il dottorato si renderà conto di essere in errore.
Quando a tredici anni viene colpito da una serie di dolorose febbri ghiandolari, nessuno ci fa caso e si pensa a normali scompensi della crescita.
Nel corso del terzo anno di studi però le mani cominciano a dargli qualche problema.
Ciò non gli impedisce di laurearsi a pieni voti a soli vent'anni. L'accademia universitaria lo accoglie a braccia aperte perché potesse continuare i suoi studi sulla relatività generale, i buchi neri e l'origine dell'universo.
Le difficoltà nell'uso delle mani lo convincono a sottoporsi a nuovi esami. Gli tolgono un campione di muscolo e gli iniettano un fluido nella spina dorsale. La diagnosi è terribile: sclerosi amiotrofica laterale, una malattia che provoca la disintegrazione delle cellule nervose e con essa una morte rapida.
Gli vengono concessi due anni e mezzo. Non cede. Al contrario, si dedica all'impresa con maggiore dedizione.
Nel 1965 sposa Jane Wilde, che per venticinque anni gli farà da moglie e da infermiera, dandogli anche tre figli.
Nel 1975 gli viene assegnata in Vaticano la medaglia d'oro intitolata a Pio XII e nel 1986 viene addirittura ammesso all'Accademia Pontificia delle Scienze, malgrado le sue teorie non si accordino del tutto con una interpretazione creazionista del cosmo.
Nel 1979 viene nominato titolare della cattedra di matematica già occupata da Isaac Newton.
In questi anni, ormai completamente immobilizzato, è unicamente servendosi della voce che continua a insegnare a un drappello di fedelissimi studenti.
Tra il 1965 e il 1970 elabora un modello matematico che dimostra l'evoluzione dell'universo attraverso il big bang; negli anni '70 compie importanti studi sui buchi neri, divulgati in seguito al grande pubblico attraverso il comunque arduo (malgrado le intenzioni dell'autore), "Dal Big Bang ai buchi neri".
Nel 1990, inoltre, il rapporto che lo legava alla moglie si è spezzato, concludendosi con un doloroso divorzio.
Negli ultimi anni non dispone più nemmeno della voce ed è costretto a comunicare servendosi di un sofisticato computer che gli consente di esprimersi con grande lentezza: basti pensare che non può digitare più di quindici parole al minuto.
Gran parte del suo lavoro riguarda il concetto di buco nero. Le sue ricerche nell'ambito della relatività generale confermano la teoria del Big Bang sull'origine dell'universo. L'ultimo stadio della ricerca di Stephen Hawking, infatti, avvalora l'ipotesi che il Big Bang sia derivato da una singolarità iniziale dello spazio-tempo e che tale singolarità rappresenti una caratteristica di qualsiasi modello dell'universo in espansione.
ANEDDOTI E CURIOSITA'
1. Secchione, ma non troppo. Tra Stephen Hawking e i libri di scuola non è stato subito amore a prima vista. All'età di 9 anni i suoi voti erano tra i peggiori della classe; tuttavia si narra che il piccolo Stevie coltivasse un particolare interesse per radio, orologi e tutto ciò che potesse essere smontato per studiarne il funzionamento. Ecco perché, nonostante pagelle non eccelse, insegnanti e compagni gli avevano affibbiato con fiuto profetico il nomignolo di "Einstein".
2. Fisico per caso. Nonostante in gioventù Stephen Hawking avesse sviluppato una genuina passione per la matematica, il padre Frank sperava che il figlio diventasse un dottore. Alla fine spuntò la terza via: all'Università di Oxford non esisteva la facoltà di matematica, quindi Hawking si vide "costretto" a ripiegare sulla fisica, laureandosi con lode con una tesi in Scienze Naturali dopo tre anni. Tra tutte le scienze, però, quella meno gradita al giovane Hawking era proprio la biologia: "troppo inesatta, troppo descrittiva".
Subito dopo la laurea si trasferì a Cambridge dove approfondì i suoi studi in cosmologia, preferendo le grandi leggi dell'universo (che erano «ferme agli anni '30», dirà) al comportamento delle particelle subatomiche (un'area di ricerca molto dinamica, ma da lui definita «simile alla botanica»).
Icona pop: Stephen Hawking è apparso come guest star
in quattro episodi della serie animata I Simpson.
SK/PB
3. Sportivo, ma senza fatica. Anche prima che gli venisse diagnosticata la malattia che lo ha immobilizzato sulla sedia a rotelle, Stephen Hawking non è mai stato in possesso di un fisico propriamente atletico. Eppure, durante la sua permanenza a Oxford acquisì una certa notorietà grazie allo sport: per sfuggire al senso di solitudine che lo assalì nel suo primo anno da studente, si unì alla squadra di canottaggio ricoprendo con successo il ruolo di timoniere (il membro dell'equipaggio che dà il tempo ai rematori).
4. Più forte della malattia. A Cambridge Hawking dovette fronteggiare un progressivo deterioramento delle proprie abilità motorie. Poco prima di sottoporsi a una visita specialistica, partecipò a una festa di capodanno (era il 1962), dove conobbe la sua futura prima moglie, Jane Wilde. Di lì a poco (aveva appena compiuto 21 anni) arrivò la diagnosi dei medici: sclerosi laterale amiotrofica (SLA), una malattia degenerativa.
Nonostante la shock, proseguì gli studi di cosmologia e successivamente sposò Jane Wilde (da cui avrà tre figli). A più di cinquant'anni dall'infausta sentenza si discute ancora se la sua sia una forma atipica di SLA (tesi sostenuta dallo stesso Hawking) o se si tratti piuttosto di atrofia muscolare progressiva. Perché la vita media di una persona a cui viene diagnosticata questa malattia è tra i due e i cinque anni (a Hawking, a 21 anni, ne avevano dati due).
1983: Stephen Hawking con i suoi tre figli
e la prima moglie Jane Wilde.
5. Pluripremiato, ma senza Nobel. Nel corso della sua straordinaria carriera, lo scienziato britannico ha collezionato un numero sterminato di premi e onorificenze. Oltre a essere membro della Royal Society (da cui ha ricevuto le prestigiose medaglie Hughes e Cople) e della Royal Society of Arts, nel 1986 è stato ammesso alla ristrettissima cerchia della Pontificia Accademia delle Scienze. Nel 2009, invece, Barack Obama gli ha consegnato la Medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza degli Stati Uniti d'America. Un po' a sorpresa, nella sua bacheca manca ancora il riconoscimento forse più ambito, il premio Nobel.
6. Scommettiamo che…? Nel 1975 Stephen Hawking affermò che i buchi neri erano oggetti in grado di "divorare" tutto, distruggendo anche l'informazione di ciò che inghiottivano per, forse, farla riapparire in un altro universo. La rivoluzionaria teoria contraddiceva la meccanica quantistica, secondo cui l'informazione contenuta nella materia non può andare persa del tutto: ecco perché il fisico John Preskill del Californian Institute of Technology scommise con Hawking che si trattasse di un abbaglio. In palio c'era un'enciclopedia sul baseball, che quasi 30 anni dopo Hawking consegnò nelle mani del collega: nel 2004, durante una conferenza a Dublino, ammise infatti sportivamente che «sui buchi neri avevo torto».
7. Gli alieni esistono, ma meglio stargli alla larga.
Nel 2008, intervenendo al 50esimo anniversario della Nasa, il cosmologo disse che, data la vastità dell'universo, è quasi certo che in altri pianeti si siano sviluppate delle forme di vita primordiali, sebbene non sia da escludere che qualche parte esistano anche esseri intelligenti.
In una serie di documentari andati in onda nel 2010 sull’emittente britannica Discovery Channel, dal titolo Into the Universe with Stephen Hawking, affermò poi che il contatto con la vita extraterrestre potrebbe avere esiti catastrofici: se gli alieni riuscissero ad arrivare fino a noi, significherebbe che hanno una tecnologia talmente avanzata da consentire la colonizzazione della Terra e la sottomissione del genere umano. In modo non molto differente da come fecero i conquistatori europei dopo la scoperta dell'America nel 1492.
Stephen Hawking e la figlia Lucy, con cui ha scritto una trilogia di romanzi
per svelare i segreti del cosmo ai più piccoli.
Horst A. Friedrichs / Anzenberger / Contrasto
8. Stephen, raccontaci una storia. In mezzo alle numerose pubblicazioni accademiche e le opere divulgative scritte da Hawking figurano anche libri per bambini. Si tratta di una trilogia (George's Secret Key to the Universe, George's Cosmic Treasure Hunt, George and the Big Bang) realizzata a quattro mani con la figlia Lucy, tra il 2007 e il 2011. Nelle pagine dei romanzi, le eccezionali avventure del giovane George offrono lo spunto per spiegare con parole estremamente elementari concetti misteriosi e affascinati, come i buchi neri o l'origine della vita.
9. Scienziato-rock. Nel 1994, il leggendario gruppo prog-rock Pink Floyd pubblica l'album The Division Bell. Nella nona traccia, Keep Talking, compare la voce metallica di Stephen Hawking che parla per mezzo del suo sintetizzatore: «Per milioni di anni gli uomini vissero come animali. Poi qualcosa accadde che scatenò il potere della nostra immaginazione. Imparammo a parlare».
La "collaborazione" ha avuto un seguito nel più recente The Endless River (2014), dove l'astrofisico fa capolino nel brano Talkin' Hawkin'.
Eccolo fluttuare durante il volo parabolico della compagnia Zero-G.
Jim Campbell/Aero-News Network/Wikimedia
10. A Gravità zero. Nel 2007, all'età di 65 anni, Stephen Hawking ha sperimentato per alcuni secondi l'assenza di peso in volo parabolico (tradotto: la microgravità viene simulata attraverso la caduta libera dell'aereo) grazie alla compagnia Zero Gravity Corporation. Il suo sogno più grande rimane ovviamente quello di viaggiare nello spazio; a tal proposito il magnate Richard Branson, fondatore della Virgin Galactic, gli ha offerto da tempo un viaggio gratuito a bordo di una delle sue astronavi.
Foto di Stephen Hawking da 1 a 75 anni